"Esistono ancora angoli di mondi varii e magici nel loro statico esistere, dove la perfezione del paesaggio si sposa a quella delle cose, e tutti hanno in comune il silenzio e lo splendore della natura, oggi sempre piu’ difficili a trovarsi."
Tratto da "Monteviasco, storia di un paese solitario" di L. Giampaolo e P.A. Miravalle - Ed. Società Storica Varesina 1974
MONTEVIASCO è un piccolo paese in provincia di Varese, arroccato sulle pendici del Monte Pola, che è vissuto per anni in isolamento. La natura ha un aspetto arido, severo, e il paese, medioevalmente rinserrato a difesa dell’antico nemico, non si adagia su dolci declivi, ma pare confondervisi come per averne maggiore sicurezza.
Ancora oggi nessuna strada carrozzabile lo collega al "mondo esterno", solo (a parte la funivia) una mulattiera, costituita da circa 1400 gradini, permette di raggiungere l'abitato a 930 metri di altezza, in poco meno di un'ora di cammino.
La STORIA e la LEGGENDA hanno spesso tra loro dei punti di contatto in cui non si sa con precisione quale dei due elementi prevalga. Una delle tante che riguardano Monteviasco, quella che fa sorridere alcuni e arrabbiare altri, farebbe risalire le sue origini all’epoca del dominio spagnolo in Lombardia (sec. XVI-XVII).
Quattro soldati (tali RANZONI, MORANDI, DELLEA e CASSINA - ancora oggi tra i cognomi più diffusi in questa parte della Provincia), dopo alcune malefatte, dicono alcuni, o per colpa della loro strenua opposizione al regime, dicono altri, furono costretti a rifugiarsi in questa località isolata per sfuggire all'arresto.
Costruite le loro case e sistemati i pascoli, si sentirono finalmente a loro agio, anche se il desiderio di crearsi una famiglia si faceva sempre più sentire. Secondo la leggenda, quindi, pensarono bene di rapire quattro fanciulle di Biegno (un paesino dall’altra parte della valle), che, dopo le prime resistenze, accettarono di rimanere con loro e misero fine alla sollevazione popolare che era nata in loro difesa da parte dei loro compaesani. Si fece pace.
Parenti ed amici furono condotti nelle case e tutto finì in festa e gaudio...
Naturalmente la verità storica è un’altra...